Terre vergini by Ivan Sergeevič Turgenev

Terre vergini by Ivan Sergeevič Turgenev

autore:Ivan Sergeevič Turgenev [Turgenev, Ivan Sergeevič]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa russa (1800-1917)
ISBN: 9788897313724
editore: Liber Liber
pubblicato: 2006-11-24T16:00:00+00:00


XXII.

Si rassettò in fretta, mutò di vestiti e andò a dare la sua lezione a Nicoletto.

Sipiaghin, nel quale s'imbattè in camera da pranzo, gli fece un saluto glaciale e cortese, domandò in punta di labbra se avesse fatto buon viaggio e passò nel suo scrittoio. L'uomo di Stato avea già risoluto nel suo spirito ministeriale che, terminate appena le vacanze, avrebbe rimandato a Pietroburgo quel precettore positivamente troppo rosso e che intanto non l'avrebbe perduto d'occhio.

— Non ho avuto la mano felice questa volta, — pensava; — ma, in fin dei conti, poteva anche esser peggio.

I sentimenti della signora Sipiaghin a riguardo di Nejdanow erano molto più accentuati ed energici. A dirittura, lo trovava insopportabile!... Non si era forse permesso, quel ragazzaccio, di offenderla?... Non si era ingannata Marianna, pensando che appunto la signora Sipiaghin avesse loro fatta la spia nel corridoio?... Sì, la gran dama non rifuggiva da simili mezzi. Durante i due giorni che il giovane era stato assente, ella non aveva avuto alcuna spiegazione con quella fraschetta della sua parente; ma a tutti i momenti le facea bene intendere di saper tutto, che non tanto era indignata quanto stupita, e che questo stupore sarebbe anche stato maggiore se non vi si fosse mescolato un senso di disprezzo e un granello di pietà….

Infatti, un disprezzo intimo e contenuto le gonfiava le guance, una specie d'ironia pietosa le faceva alzare le ciglia, mentre guardava Marianna e con lei discorreva.... Fissava gli occhi magnifici con una languida perplessità, con un disgusto melanconico, su quella fanciulla presuntuosa....

Povera Marianna!

Del resto, Valentina non parlò al marito della fatta scoperta; contentavasi di accompagnare le scarse parole che rivolgeva a Marianna in presenza di lui con un sorrisetto ambiguo, che col senso delle parole dette non avea nulla da fare.

A momenti, anche, era punta da un lieve pentimento per avere scritto al fratello. Ma, in fin dei conti, preferiva pentirsi e avere scritto al non aver motivo di pentimento....

Nejdanow non vide Marianna che di sfuggita, nella sala da pranzo, all'ora della refezione. La trovò pallida e smagrita. Non era, in verità, molto bella; ma la rapida occhiata che ella gli volse, al primo entrare, gli ricercò le più intime fibre del cuore.

In quanto alla signora Sipiaghin, lo andava guardando con espressione, come se mentalmente gli ripetesse di continuo: “Mi congratulo tanto! Bravo davvero!” e, nel tempo stesso, s'ingegnava di leggergli in viso se Marchelow gli avesse o no mostrato la lettera.... Decise alla fine che sì....

Sipiaghin, informato che Nejdanow aveva visitato la fabbrica diretta da Solomine, incominciò ad interrogarlo intorno a quello stabilimento industriale assai interessante per tutti i riguardi. Ma, accortosi dalle risposte del giovane, che questi non avea visto o osservato niente, si chiuse in un maestoso silenzio, quasi rimproverando a sè stesso di aver solo sperato di cavar qualche informazione seria, concludente, da un soggetto così poco sviluppato.

Nel momento di uscire dalla sala da pranzo, Marianna riuscì a bisbigliare in fretta a Nejdanow:

— Aspettami nel boschetto in fondo al giardino. Verrò, appena mi sarà possibile.



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